contesto sociale: Partnership al progetto

INTERVISTA ALLA DOTT.SSA Cristina FRANCESCHINI


Pedagogista, coordinatrice delle attività didattiche e dei progetti formativi presso il Centro Sapere Più, laureata in Scienze dell’Educazione nel 1999, indirizzo Educatore Extrascolatico, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Esperta nei processi dell’apprendimento nella fascia dai 6 agli 18 anni e nelle tematiche legate all'inclusione scolastica degli alunni con Bisogni Educativi Speciali. Ha progettato i testi “semplificati” di Letteratura Italiana, Storia e Matematica che Sapere Più produce per l’Editore Rizzoli (Mondadori) dal 2015. Coordina la didattica dei Corsi di Formazione in didattica Inclusiva riconosciuti dal MIUR, erogati dal nostro Centro.
Due link di siti che mi sono stati utili per contattare la mia "cliente" e per conoscere il tema in questione un po' più da vicino:

TuttoDSA           

INTERVISTA:

Io: -"Salve Dottoressa, la mia idea programma di intervento per quanto riguarda il progetto di UnLostTerritories sarebbe quello di creare un centro studi sui DSA, volevo sapere se l'idea di un centro specialistico fosse possibile ipotizzare? Il centro dovrà essere predisposto di tre componenti basilari richieste dal corso: Creating, Living ed Exchange. Avevo intenzione per quanto riguarda il primo punto di prevedere aule didattiche e studi medici per gli specialisti, magari anche una sala convegni, il secondo una parte residenziale dedicata magari alle famiglie dei pazienti e il per il terzo predisporre una libreria con annessa biblioteca e una caffetteria. cosa ne pensa?"

Dott.ssa: -"Non mi è ben chiaro la parte dedicata alle famiglie? Le spiego i ragazzi DSA vanno seguiti per tanto tempo una famiglia riuscirà a trasferirsi per tutto il periodo allontanandosi dalla propria casa."

Io: -"La mia idea era quella di predisporre alloggi temporanei fino alla valutazione diagnostica."

Dott.ssa: -"Quindi si tratterebbe di alloggi occupati per un periodo massimo di una settimana?"

Io: -"Si, esatto."

Dott.ssa: -"Visto che mi ha parlato di sale convegni, un'area corsi, non è che questa parte potrebbe essere dedicata ai professionisti che vengo al centro a fare qualche corso di formazione?"

Io: -"Mi sembra un'idea migliore, la ringrazio per il suggerimento. Invece, per quanto riguarda l'organizzazione più tecnica, come si articolano gli spazi di questi centri? Come si svolgono le lezioni?"

Dott.ssa: -"Ci vorrebbero delle aule per svolgere le lezioni individuali, perché i ragazzi DSA hanno bisogno di essere seguiti individualmente per fare un buon lavoro sulle competenze sul metodo di studio, piuttosto che su competenze di comprensione del testo e sull'abituarsi all'utilizzo eventuale di strumenti informatici, la situazione ideale sarebbe quindi quella di uno One to One, come si dice adesso. Però inserirei anche un'aula, uno spazio destinato al lavoro di gruppo, dove si possano svolgere i compiti insieme aiutandosi. Magari il tutor che li segue tende a organizzare il lavoro con i ragazzi più competenti che aiutano i più piccoli o chi è all'inizio del proprio lavoro."

Io: -"Ho capito, grazie. E invece per la parte più clinica, quella medica dei logopedisti o di altri specialisti? Vi è il bisogno in questi centri di questi soggetti?"

Dott.ssa: -"Si allora, ogni professionista deve avere il suo spazio. Vi sono delle equipe accreditate per le diagnosi, così istituite dalla regione, non so come funzioni nel Lazio, ma qui da noi sono composte: da uno psicologo e uno neuropsichiatra, che fanno il primo punto con i genitori, poi vi sono i test da fare con un logopedista, che spesso utilizza materiali e software acustici, quindi ha bisogno di uno spazio insonorizzato, così da non disturbare nessuno."

Io: -"Capisco, non so se le viene in mente altro?!"

Dott.ssa: -"Ah si a volte, non parlando del test, ma di cose successive, c'è chi ha bisogno di un percorso di riabilitazione anche grafo-motoria, perché magari alcuni DSA sono anche disgrafici. Questo non è un lavoro che fa un tutor ma uno specialista in grafologia. In una situazione ideale, quindi ci vorrebbe un'area per il lavoro grafo-motorio, che comprende una palestrina, poiché il segno grafico, secondo alcuni aspetti, è anche l'esito di un percorso di riabilitazione motoria. Mi viene anche in mente l'inserimento di piccoli armadi nelle aule tutor, dove poter mettere libri, computer, quaderni.
Se come dicevi avevi intenzione di preveder una sala conferenze, si può ipotizzare che questo centro funzioni anche come spazio di formazione degli operatori, o se si vuole fare una riunione di equipe fra tutor, poiché come cosa è indicatissima. Se continuiamo con quest'ottica di perfezionismo, avendone ne possibilità, sarebbe ideale una biblioteca, dove qualche studente che impara a studiare da solo possa fare un'esperienza di lavoro autonomo. Per finire ci vuole una segreteria e un ufficio per un coordinatore, che può essere uno psicologo o pedagogista che coordina il lavoro degli altri, e introduce ai genitori come funziona il centro, ovvero il mio lavoro."

Io: -"La ringrazio, mi è stata utilissima! Se le fa piacere le farò vedere il mio lavoro prossimamente."





Link di alcune disposizioni della Regione Lazio riguardo la delibera di certificazione di DSA:
http://www.trainingcognitivo.it/Regioni/Lazio1.pdf
http://www.trainingcognitivo.it/Regioni/Lazio2.pdf

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